METTI UN FIORE NEL TUO PIATTO

Andiamo domenica a pranzo da Francesca  e Daniele trovo una sorpresa: pennette al salmone con aneto e fiori edibili a guarnire e ad insaporire.

Belli, colorati, delicati, eleganti, profumati e di una allegria contagiosa. Il piatto ti trasmetteva gioia e tutta la freschezza della primavera. Ridiamo come bambini, prendiamo le nostre forchette e quasi timorosi prendiamo 2 pennette e un fiore giallo e li portiamo alla nostra bocca. Delicato, profumato, quasi vellutato, quanto leggero, che bella sensazione.

A me che piacciono tanto i fiori ma non ho mai ipotizzato di mangiarli e di coltivarli per decorare i miei piatti, certo il fiore di zucca si ovvio ma quello è scontato, il carciofo anche, il cavolfiore pure, ma le violette? La calendula? Il nasturzio? Ora guardo quelli in giardino con un altro occhio anche se mi sembra un sacrilegio.

Trovo in internet il vademecum per mangiare i fiori edibili

1) L’ideale sarebbe mangiare fiori coltivati personalmente, parola d’ordine: sicurezza. I fiori venduti dai fioristi e dai vivai sono trattati chimicamente quindi non adatti a finire nel nostro piatto, né come ingrediente, né come ornamento. Lo stesso discorso vale per i fiori colti nei giardini pubblici è bene evitarli, perché probabilmente anch’essi sono stati trattati. Se non si ha voglia di coltivarli sul balcone o in giardino alcuni supermercati li vendono in  vaschette come quelli acquistati da Francesca da Eataly.

2) E’ consigliato un approccio cauto all’utilizzo dei fiori in cucina (pochi per volta), perché potremmo essere allergici e non saperlo.

3) La parte edibile dei fiori sono i petali: bisogna quindi ricordarsi di rimuovere accuratamente i pistilli e i gambi. Se per necessità di composizione volete tenere i gambi dei fiori è consigliato coprirli con della carta stagnola.

La conservazione 

Sia che li coltiviamo sia che li compriamo i fiori vanno conservati in frigorifero a una temperatura standard che va dai 4°C ai 6°C.

I fiori commestibili non sono una novità

L’uso in cucina dei fiori risale a migliaia di anni fa, dalla civiltà cinese a quella romana, alla greca. Ai tempi degli antichi romani le corolle profumate venivano utilizzate per aromatizzare e decorare le vivande. L’aspetto nuovo è che oggi le violette ed i petali delle rose non sono più appannaggio esclusivo delle tavole dei grandi chef, ma si trovano anche sui banchi della grande distribuzione, per esempio all’Esselunga, ma anche on line.

Belli, ma anche buoni per la salute

La conferma arriva dall’Università di Pisa, dove in collaborazione con la Carmazzi sono state svolte ricerche per capire i benefici nutrizionali che possono venire da queste variopinte insalate floreali, studiando il contenuto di antiossidanti di dodici varietà di fiori comunemente utilizzate: “Le migliori proprietà nutraceutiche sono presenti nei fiori più pigmentati”, spiegano i ricercatori. Parte di questa elevata attività antiossidante è dovuta infatti all’alto contenuto di antociani dei fiori con colorazioni rosse o blu, o dei carotenoidi in quelli arancioni. Senza dimenticare la presenza di vitamine e sali minerali: secondo un articolo pubblicato dai ricercatori dell’Università di Tor Vergata di  Roma, “i fiori eduli sono poverissimi di grassi e ricchi di sostanze nutritive come minerali, proteine e vitamine A e C: viole, crisantemi e garofani sono particolarmente ricchi di potassio”. “I fiori contengono più vitamine di frutta e verdura”, osserva Carmazzi, anche se le quantità consumate sono troppo modeste per ottenere effettivi benefici: oltretutto “non bisogna abusarne”, spiegano i ricercatori romani, “perché i fiori potrebbero scatenare una reazione allergica, soprattutto nei soggetti più sensibili e vulnerabili”.

Curiosità

Vi parlerò di due progetti che riguardano l’utilizzo dei fiori per la creazione di dolci: quello della pasticceria giapponese di Havaro e quello della compagnia americana LeccareLollipops.

Havaro una piccola pasticceria che si trova nella stazione di Tokyo che crea dei dolci di una bellezza delicata, tipica dei giapponesi. I loro dolci hanno ottenuto un successo immediato, nonostante siano un semplice mix di gelatina, crema bavarese e fiori, piccoli dessert dal suggestivo nome di “petali”.

LeccareLollipops è invece un’azienda americana con sede in Georgia che produce lecca-lecca particolari. Questi vengono infatti creati utilizzando solo acqua, zucchero di canna e fiori, senza alcun utilizzo di coloranti artificiali. I lecca-lecca creati hanno al loro interno fiori che vengono accuratamente sminuzzati e che, uniti a spezie particolari, danno un sapore inconfondibile ad ogni piccolo lollipop, come calendula e vaniglia, rosa e miele, marshmallow e ibisco, lavanda e marshmallow.

Dott.ssa Patrizia Torresi

 

MIYAGAWA, AGRUME GIAPPONESE

Ieri al supermercato mi sono imbattuta in un un frutto che sembrava un mandarino ma sul cartello era scritto miyagawa. Questo ha attratto non poco il mio interesse, anche perché in etichetta c’era scritto aranci dalla Sicilia, 100% prodotto italiano. “Con questo nome? Strano!” La mia curiosità sempre più stimolata mi ha spinto ad acquistarli.  Li porto a casa. Il frutto è tondeggiante e dalla superficie leggermente schiacciata alle estremità. La buccia è molto sottile alcuni sono gialli altri verdi, cerco sul web e scopro il  miyagawa.

E’ un agrume tendenzialmente nuovo nel panorama italiano, sebbene coltivato con successo in Sicilia e in Basilicata. Il suo nome scientifico è Citrus unshiu e come intuibile dal nome proviene dall’oriente, precisamente dal Giappone. E’ un incrocio tra il clementino e il pompelmo. In Italia sta attualmente vivendo una stagione felice grazie alla crisi ed al basso prezzo con il quale questo frutto arriva sugli scaffali dei supermercati.

Lo assaggio incuriosita. La polpa ha un piacevole colore arancio priva totalmente di semi e succosa, il sapore è prima dolce poi  tendente leggermente all’acidulo tipico del pompelmo.

La pianta di miyagawa è un albero di bassa statura dotato di una chioma fitta, le foglie sono di piccole dimensioni rispetto alle altre forme arboree appartenenti alla specie citrus.

Ha la particolarità di maturare precocemente, tra ottobre e dicembre  ed è dotato di una forte resistenza: riesce ad arrivare anche alla primavera, ma in quel caso è possibile perda tutto il suo sapore.albero

All’apparenza potrebbe essere scambiato per un Mapo ma in realtà quest’ultimo è frutto dell’incrocio fra il mandarino Avana e il pompelmo Duncan, tutta un’altra cosa in termini di sapore, decisamente più acidulo!

Proprietà del miyagawa

Dal punto di vista nutrizionale il miyagawa ricorda il pompelmo. Possiede, come le arance, una buona quantità di Vitamina C Beta-Carotene. In minore quantità vi ritroviamo anche altre vitamine (B1, B2, B3), magnesio e potassio. Inoltre la sua buccia contiene un flavone denominato nobiletina che potrebbe essere utile nella prevenzione di malattie come il diabete e l’obesità.

In cucina

Ho scoperto anche che la marmellata di miyagawa ha un sapore particolare, è profumata e leggera, ideale per le preparazioni di dolci, da spalmare sul pane e anche per accompagnare i formaggi.

Insomma, se anche voi come me attendete con ansia gli agrumi nostrani potete considerare di mettere in tavola anche i succosi miyagawa.

Patrizia Torresi